Come vivere felici? Basta poco per essere felici.
La psicologa americana Sonja Lyubomuirsky ha alle spalle 20 anni di studi clinici e diverse pubblicazioni sul tema della felicità. È arrivata alla conclusione che la felicità è 50% ereditaria scritta nel DNA, 40% creata dall’uomo. Curiosa definizione che non tiene conto della matematica. Il 10% forse è rappresentato dai casi fortuiti della vita da cui può dipendere la felicità o l’infelicità. La dottoressa Lyubomuirsky non ha capito niente.
1) Non esistono casi fortuiti. La vita ci assomiglia, è a nostra immagine e somiglianza, è la nostra opera d’arte oppure il nostro figlio bastardo. La vita è ciò che emaniamo. Ci rimanda indietro le nostre stesse energie. Se ci capita un miracolo è perché… ce lo siamo guadagnato. Lo abbiamo, magari senza saperlo, chiesto, e atteso con fiducia, o almeno con “un granello di senape”, come si dice nei vangeli, di apertura. Niente accade per sbaglio. A una persona che non è in grado di gestire la felicità, che non se l’è ‘guadagnata’ anche una cosa bella si trasforma in una disgrazia.
2) L’ereditarietà è una predisposizione. La genetica è una predisposizione, come il carattere. Sono incline a produrre emozioni e pensieri tali da essere somatizzati in diabete, come il nonno. Magari proprio perché ho le stesse ferite originarie del nonno, parzialmente ne condivido il karma. Bene. Posso dire una cosa? Chissenefrega. Io, il nonno e tutta la genealogia passata in questa vita mutiamo consapevolezza e atteggiamento e guariamo per sempre. La vita è un ventaglio di possibilità, di scelte più o meno importanti, più o meno fatte col cuore (spero e consiglio più “più” che meno in questo caso ;). Conviene scegliere di essere felici. È una buona direzione, chiara e semplice, per creare e motivare il cammino. Troverò compagni di viaggio buoni e/o interessanti e soprattutto sarò io un buon compagno di viaggio per me stesso.
3) Terzo punto in cui la dottoressa dimostra la sua scarsa lungimiranza e il suo scarso coraggio. Dire che il 40% della nostra felicità dipende da noi è… deprimente! Posso svegliarmi grata ogni mattina e produrre una vita di Grazia e Pienezza. La vita che io ho intorno è ciò che io emano. 100%. Oppure posso complottare contro di me per una vita di confusione ottenebramento rabbia e solitudine: i problemi non mi mancheranno, fino all’autodistruzione. Dire “40%” è raccapricciante. Il 40% significa che io guido ma non ho il controllo della macchina. Invece no. Quando creo qualcosa… ad esempio Io faccio una torta. Non ho l’assoluto controllo di tutte le energie che intervengono, è vero. Però posso metterci la massima ispirazione, il massimo amore e la massima gioia creativa, la massima qualità di ingredienti e procedimenti. Difficilmente verrà male! Se venisse male… benvenuta. Che cosa hai da insegnarmi? Ogni tanto nella vita c’è qualcosa che va storto. Ma se vivo con amore avrò sempre vitalità dentro e fuori di me. Avrò sempre positività. Gli inconvenienti diventano modi per conoscermi e conoscere meglio i miei simili, per capire cose nuove, in qualsiasi ambito, per allenarmi magari a trovare soluzioni creative più convenienti oppure per motivarmi a cambiare approccio o direzione di sviluppo…
Sintonizzarmi sulla Felicità è un lavoro delicato e quotidiano.
Mantenersi sulla sua frequenza richiede un equilibrio da funambolo che sfida la forza di gravità delle nostre paure.
Ma abituarsi a percepirla e a desiderarla e cosa saggia. È come un organo di senso. Fiuta la direzione della crescita.
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In questo post avevo riportato uno studio sperimentale che dimostra che siamo padroni al 100% della nostra felicità http://miskajani.blogspot.it/2012/05/il-mio-amico-dr.html
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