domenica 26 febbraio 2012

Le cose migliori sono gratis

Come vivere felici?  Basta poco per essere felici.  


Lo diceva già John Lennon “Can’t buy me love”. E le cose non sono cambiate molto.
Non sono cambiate molto dall’epoca del sorgere della Razza Umana.
La crisi ci dà l’opportunità di accorgercene. Privàti delle cose inutili posiamo focalizzarci su ciò che rende la nostra vita non solo degna di essere vissuta ma letteralmente ricca. Io non ho mai avuto più soldi in banca più roba in casa più desideri soddisfatti  e contatti stimolanti istruttivi e gratificanti come in questo periodo.  Sto nel presente. E non per lamentarmi.  Ma per fluire insieme al presente nel cambiamento.  “Crisi” è solo mutamento.  Ogni mutamento spaventa. Ma oh quanto è eccitante!  Quante cose ci mostra. Quanto gli sono grata.
Le cose migliori sono gratis. Perché sono quelle vere. Sono alla fermata del bus e guardo fissa un manifesto pubblicitario non so di che cosa (non deve essere stato molto efficace ahah). Nel manifesto una donna tutta levigata è in posa insieme a un uomo che si contorce in un modo che dovrebbe esprimere erotismo. La posa è allusiva ma più che erotica pare annoiata. Tutto è spento. L’unica cosa che, almeno ai miei occhi, risalta è il vestitino, leggero, manierato anche lui, ma se prende vita è per quel motivetto verde prato che ricorda la natura. La cosa più viva lì dentro è la riproduzione di una riproduzione, distante dal vero e priva di spirito, della natura. Tutto il resto… che me ne importa? E’ finto, è morto. La pelle sapientemente rivestita di fondotinta assume forse una colorazione più bella, più sana? I capelli laccati, l’immagine photoshoppata che sembra plastic osa… Lo voglio ancora quel mondo lì? Dove i cosmetici costano 50/100 euro 30 ml e hanno dei solventi chimici che ...levigano? bucano! la pelle.  A che mi serve?  La cosa più viva e più bella più sana e vera e vivificante è la Natura, o in sua assenza, il suo ricordo.
All’inizio di febbraio Stefania Rossini è stata ospite a Rai1. L’hanno intervistata. Il conduttore (non so da quale pianeta viene… è uno dei nostri??) chiedeva al pubblico “voi la fareste una crema con l’olio d’oliva?” come dire 'con piscio di topo che fa tanto bene ma insomma…  come dire poverina invece che le bistecche mangia i cartoni e si fa le creme con l’olio d’oliva'.  A parte che se dovessi scegliere di questi tempi cosa è più sano sarei davvero in imbarazzo tra carne e cartoni. Ma questo è un altro discorso. Non potete immaginare quanto è bello farsi le creme in casa, nella propria cucina, per sé per la famiglia e per gli amici! Si conosce la natura, si partecipa ai suoi giochi. Ogni pianta ha uno spirito, un carattere, esattamente come noi esseri umani, e talenti, e proprietà medicamentose. E quanto è più potente una crema o un cibo preparato da noi, caricato della nostra energia, viva quanto gli ingredienti che maneggiamo! Conosciamo intimamente e siamo consapevoli del potere di ciò di cui ci nutriamo. E il potere cresce. Per quanto riguarda l’olio di oliva, si tratta di una delle poche cose che ci è rimasta intatta, in tutta la sua preziosità, dall’alba dei tempi, 100% naturale. È un patrimonio dell’umanità. Eppure se vado al super più economico e più vicino ne trovo in abbondanza e in offerta. Onoro e ringrazio questo Albero che per così tanto tempo (le tracce più antiche dell’ulivo in Puglia risalgono al 7.000 a.c), nonostante l’incuria e la crudeltà con cui spesso lo abbiamo trattato, è stato al nostro servizio, per usi sacri e per usi profani, facendoci grazia di tutti i suoi nutrimenti (vitam A, D,E, betacarotene, clorofilla, acidi monoinsaturi, azione anticolesterolo antiglicemia…) e facendoci grazia della Luce del Sole che veicola. “L’ulivo è il simbolo vegetale di Atena, di colei che nel tempio umano porta alla conoscenza  della ‘ragion vitale’ in quanto concilia i due fuochi, quello materiale, Seth, e quello spirituale, Horo, trasformandoli in quell’unico Fuoco Arcano, origine e fine di tutto.” Questa è la prima frase del capitolo dedicato all’ulivo in Il Volo dei Sette Ibis, Erboristeria Alchimica.
Non ci rendiamo conto di quello che abbiamo. Non ci rendiamo conto di dove possiamo e dobbiamo prendere la Forza e la Bellezza. Da Noi. Dalla Natura. Disporre di meno mezzi economici permette di STARE nell’essenziale. E finalmente vederlo. Ci si può fermare e si può stare con quello che si ha o si è.  Senza correre dietro a false illusioni. Puoi e devi per forza scegliere. Che cosa veramente voglio fare? Non ho i mezzi a sufficienza per permettermi i seminari dell’ultimo Sciamano? Non so quanto sono fortunata. Per essere me stessa/o devo solo essere. Non correre dietro a qualcun altro, che, abilmente, non si fa mai raggiungere. Ogni cosa ha un peso. Avere meno mezzi economici mi fa rendere conto che ogni cosa ha un costo. Ogni scelta diventa importante. Che meraviglia. E' così come deve essere. Vanno fatte solo le cose che hanno un peso, un senso. Che sia l’origami per riconnettermi alle radici japp della mia anima o che sia la meditazione per trasformarmi corpo e anima. Per evolvere spiritualmente e materialmente c’è talmente tanto materiale, ormai anche gratuito, a cui si può accedere. Non servono tanti libri solo tanta passione. Avete un desiderio in cuore. La vita sta cercando ogni via per realizzarlo. Abbiate cura del vostro cuore e di voi stessi. Date alla vita tempo e datele fiducia. Le risorse non mancano.
Non manca l’amore.  Quello non manca mai. Basta produrlo. Hai quello che emani. Emani quello che hai avuto. Ma puoi cambiare. Sei attore scrittore e regista.  Alcuni scienziati dicono che in sette anni tutte le cellule del nostro corpo muoiono e vengono rimpiazzate da nuove, altri sostengono che in due anni il nostro corpo si rinnova completamente in ogni sua cellula. E allora com’è che noi siamo sempre gli stessi?!? Recitiamo sempre il medesimo copione. Ci siamo affezionati. Ma, volendo, possiamo cambiare anche noi, il nostro voltaggio energetico, il nostro potenziale, il nostro grado di felicità. Possiamo produrre più amore, emanare più amore, essere più felici, ed attirare più amore. In fondo l’amore non è solo la più potente medicina, ma è l’unica medicina.
Ed è gratis.



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lunedì 20 febbraio 2012

giovedì 16 febbraio 2012

la direzione della corsa

Maddove corri??

Francesco se lo è chiesto spesso. E alla fine ha redatto questa sua auto-intervista.  


The Frank Experience

Perchè corre signor Francesco, la corsa cosa significa?

Non saprei. Direi niente.
Ci ho pensato spesso, anche quando si parlava di realizzare qualche ripresa, sapevo che avrei dovuto dire qualcosa ma alla fine non ho trovato niente da dire riguardo la corsa.
Ho pensato che alla fine la corsa è uno strumento.
Quando pianti un chiodo per mettere un quadro, alla fine non è importante il martello, ma devi averlo, non è importante il chiodo, ma devi metterlo, ma poi ti allontani, posi gli attrezzi e guardi se il quadro e dritto, e alla fine ammiri il tuo quadro preferito che hai voluto appendere in sala.
È inutile in fondo parlare del correre, della corsa, cosa vuol dire la corsa. L'essere umano è fatto di emozioni, è fatto di socialità, di solidarietà, vive di questi generi di sentimenti e non importa come li ottiene, l'importante è ottenerli.
E quindi cosa dovrei fare? Parlare per ore di un martello? Di un chiodo?
Si parla tanto di corsa quando non si corre ma quando corri, o fai altro, quello che contano sono le emozioni.
E un trail in montagna di emozioni ne tira fuori parecchie. Sia che tu sia il primo ad arrivare che l'ultimo. Diciamo che c'è una grande democrazia delle emozioni nei trail e negli ultratrail, ce n'è per tutti.

Il primo trail?

È stato nel 2008. Una corsa nella mia città, Genova. Si chiamava rigantoca. Partiva da praticamente il centro città per salire su per i monti fino alla vettà più alta della zona, il monte Antola, per poi scendere per prati e mulattiere fino a Caprile. 43 km per 2400 d+ mi sembra di ricordare. La sera prima ero andato ad una festa e non avevo dormito niente. Pensavo che questi 43 km senza allenamento specifico fossero una follia. E temevo per il mio sistema cardiocircolatorio. Ma in allegria e insieme a 3 amiche la portammo a termine in 12 ore. Pioveva a dirotto e non corremmo un granchè. Mi ricordo il brodo nella chiesetta di Pentema.
Fu anche il secondo trail nel 2009. Ero stato sempre ad un festa la sera prima ma ero stato più indisciplinato sta volta e mi presentai alla partenza in condizioni diciamo non ottimali dal punto di vista alcoolico. Ma chiusi in 8 e 30.

Poi come continuò?

Dopo questo trail trovai su internet tutto un mondo che mi aspettava. Tantissime corse. Ovviamente il mio occhio cadde sull'Utmb (Ultra Trail Mont Blanc). Volevo farla. Mi iscrissi alla 3rifugi vicino a Lurisia e poi feci il Beigua Challenge, due gare di 75 km, il Gt Rensen e il trail 3 Comuni, che mi davano i punti necessari all'iscrizione all'Utmb del 2010.
Fui sorteggiato ma fu un anno molto travagliato per lavoro e corsi veramente poco. Feci un trail a marzo e uno a giugno, il trail Santacroce e la Rigantoca (7h stavolta) e poi qualche corsettina intorno a casa.

Quindi la prima UTMB?

Si mi presentai, bello magro e leggero, magro, ma poco allenato per la corsa.
Nel 2010 l'Utmb fu interrotto a Saint Gervais, 21 km, che avevo percorso in 3 ore, direi buono. Stavo benissimo in salita e mi concedevo un pochino in discesa.
Il giorno dopo gara di recupero da Courmayer a Chamonix. Circa 90 km su e giù per i monti. Andai bene e soprattutto in salita ma per discese e corse avevo dei tendini ileotibiali che urlavano. Tra La Flegere e Chamonix, 7 km, mi sorpassarono in 70 e non mi piacque molto. So che non era importante ma non mi piacque lo stesso. Ma non riuscivo proprio a camminare né a correre. Cmq arrivai e fui soddisfatto della mia corsa. Fui contento di aver corso in quei due giorni tutto quello che c'era da correre. Arrivai dopo 21 ore di corsa. In fondo quando la montagna ti dice che non devi salire, la cosa migliore che puoi fare è non salire. Ero contento di aver completato il programma. E questo mi bastava.

Poi?

Poi niente, tendini dolorosi e in effetti non ho fatto nulla per sanarli subito. Il giorno dopo ero già sul lavoro a zoppicare e produrre.
Non mi ricordo esattamente ma avevo la sensazione che con la corsa i giochi non erano chiusi. Avevo ancora qualcosina da dare all'ultratrail.

2011?

In liguria c'è il circuito trail dei monti liguri. Lo volevo fare e portare a termine in modo discreto, sia come allenamento che come competizione. Iniziai malissimo ma poco importava.
Cmq devo dire che mi sorteggiarono di nuovo per l'Ultratrail De Montblanc e mi iscrissi dopo poco anche al Tor des Geants (endurance trail della Valle D’Aosta, 330 km). Ero impazzito? Può darsi. Però sentivo questa necessità. E lo feci. Mi sono allenato non tanto ma più del solito e devo dire che sono fortunato perchè ho un corpo che si allena in fretta per avere risultati medi.

Il primo ritiro?

Al Valdigne. Tante volte nei trail nei momenti di emozioni buie mi dicevo, “ ma perchè devo fare queste cose, la montagna è bello viverla in altri modi”. Ora dico si e no, che ognuno fa quel che si sente. Può essere anche un tributo alla montagna, un modo di onorarla, il fatto di allenarsi per salire su tante montagne e di provare li emozioni uniche. Certo ogni persona ha il suo modo di porsi. Il mio era quello. Io andavo li per aiutarmi a capire la vita, per dare il mio tributo in sudore, in sofferenza. La montagna è alta ma la onoravo con la fatica della salita, con la difficoltà della discesa. Lo spirito della montagna poi ti parla, ti comunica in tanti modi quello che devi sapere, e quello che devi riportare a valle. La vita è un esperienza condivisa dove gli esseri viventi non siamo solo noi essere umani, almeno quelli che lo sono ancora, la vita è un divenire che comprende tutto e tutti e il trail è un modo di accostarsi a vari aspetti, di imparare e di condividere. È un tentativo di imparare e condividere. A volte non si capisce in profondità subito, e passa molto tempo prima di capire un pochino di più.

Utmb o Tor des Geants?

Due esperienze uniche, simili e diversissime. L'Utmb è durissima, una corsa senza poter tirare il fiato. Almeno così è stata per me e il mio socio di corsa. Il Tor des Geants, durissimo anche quello ma in modo diverso, più logorante sul piano fisico e di resistenza al sonno.
L'Utmb ti regala l'arrivo a Chamonix, indimenticabile mentre il Tor, se meno scenografico dal punto di vista della presenza di spettatori, ti regala all'arrivo una dimensione stranissima che non saprei descrivere.
In ogni caso, esci più forte da queste esperienze, non c'è che dire.

The Frank Experience?

Esigenza di raccontare qualcosa, di partecipare, di raccontare aldilà della prestazione fisica, aldilà della mente. Un tentativo di esporre la vita spirituale dietro il mondo materiale.
Forse anche uno stimolo, sicuramente un incentivo. Non possono mica riprendere uno che dorme, che non si allena, che mangia e beve tutto il giorno come un maiale.
Una evoluzione attraverso la mente il corpo e lo spirito. Non c'è vita normale, c'è la vita vera che deve venire fuori. Il decondizionamento, il pensare coraggioso, far tornare l'essere umano un soggetto creativo, che crea cose belle, che si emoziona della vita così come deve essere.
Frustrazioni, dolori, sofferenze malattie, accettiamo tutto questo come se fosse scontato che la vita sia così. Non è così. La natura dell'uomo è divina, eccezionale ma rimane soffocata dalla complessità della vita che noi stessi abbiamo creato.
Come nasce un opera d'arte? Questo voglio dire.
Non posso dire se vincerò, se mi piazzerò bene ma cercherò di far venire fuori l'essere umano per abbandonare il mostro dentro di noi e i mostri che ci circondano.
Un corsa sincera e genuina, umile e spirituale, viva e splendente.
Uso la corsa ma potrei usare la politica, l’arte. Provo in qualcosa in cui forse riesco meglio.
Forse è una lotta, correre più veloci dei demoni.
Correre insieme alla Vita, che c'è nella natura, che crea la natura e che in genere non vediamo più.


se volete salutare Francesco lo trovate qui: http://www.laviadellupo.com/

Sono passati tanti anni da quando da bambino correvo sui sentieri di montagna,
mi arrampicavo come uno stambecco e saltavo ovunque ci fosse da saltare.
La montagna mi guardava e mi proteggeva, ero un suo figlio, ero uno dei suoi tantissimi figli.
Siamo tutti figli delle montagne.
scendiamo alla vita vorticando nei torrenti
Ma ci siamo dimenticati chi siamo
la nostra natura è sepolta da una mare di ricordi e di esperienze

viviamo nel tormento, nell'inquietudine
ma ho sentito una voce che mi ha sussurrato qualcosa
ho guardato in alto è ho rivisto da dove vengo.
La strada è lunga ma tornerò a casa.

io credo che sia importante trovare il senso della propria corsa, la sua direzione.
cosa ci spinge? cosa ci tiene Vivi?

ah ve lo ricordate Pietro Trabucchi?   (due post fa ;)                
Dove corre!?
al Tor Des Geants!  (endurance trail della Valle D’Aosta, 330 km)
e ha imparato un sacco di cose.    

Resisto Dunque Sono
Chi sono i campioni della resistenza psicologica e come fanno a convivere felicemente con lo stress
ho voglia di sentire la tua voce! scrivi anche tu, qui sotto o in forma privata, di una tua passione che gli altri giudicano senza senso ma che per te ne ha eccome.
le testimonianze più belle saranno raccolte in un ebook di prossima pubblicazione.

lunedì 13 febbraio 2012

stato di abbondanza cronico


la mia amica qualche settimana fa mi guarda negli occhi e mi dice. prima eravamo soggetti politici. adesso siamo soggetti economici. se non serviamo, veniamo eliminati.
dopo una settimana circa mi è capitata in mano la soluzione. la prima piattaforma italiana ed europea di baratto. costo zero. tasse zero (almeno finché non se ne accorgono ahah). migliaia di aderenti. infinite opportunità di scambio. il Futuro.
un profeta di pochi millenni fa, una calda giornata estiva, in una terra arida e sterile, disse. come non c'è niente da mangiare!? (ma che ..zz.. dite!) tu quanti pesci hai? e tu, tu quanti pani hai? fateli circolare! che il mio spreco sia la tua abbondanza. che la tua abbondanza colmi le mie necessità... energia in circolo. abbondanza per tutti.
http://www.zerorelativo.it/
per qualsiasi tipo di assistenza per navigare sul sito del baratto o per spedire pacchi e pacchetti scrivimi!
(colonna a destra in basso;)

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giovedì 9 febbraio 2012

cervello malleabile come creta

"La peculiarità del cervello umano risiede nella sua incompiutezza  al momento della nascita. Due settimane dopo la nascita, il cervello del neonato presenta  pochissimi prolungamenti dendritici (cioè collegamenti tra i neuroni): esso è del tutto immaturo.  Per lunghi anni, mentre si sta ancora formando, il cervello umano rimane esposto alla influenza dell’ambiente.  E proprio perché, tra quelli di tutte le specie animali, il cervello umano  è il più immaturo, è anche il più modellabile.  (…) C’è ben poco di innato nel destino delle persone.  (…)  E, sempre poiché è incompiuto, il cervello umano è naturalmente predisposto a conoscere, a impegnarsi, a esplorare, proprio come l’Ulisse dantesco. Al pari di Ulisse, la specie umana è “condannata” per tutta la durata del suo arco di vita, a ultimare il proprio cervello, a completarne la creazione.  
Il vero compito evolutivo della specie umana è quello di crescere instancabilmente, di acquisire e perfezionare nuove capacità, in termini motori, cognitivi ed emozionali.  In questo modo uno svantaggio iniziale, l’immaturità, diventa una opportunità infinita di adattamento all’ambiente. (…) Insomma il destino dell’uomo è quello di un perpetuo allenamento."
          Pietro Trabucchi
Chi è Pietro Trabucchi?
Perché si allena tanto?
E soprattutto… maddove corre??
Ne riparleremo…

I Rischi vedici dissero che ogni cosa che noi sperimentiamo è stata creata dalla nostra stessa coscienza.
“La più alta forma dell’intelligenza umana è osservare se stessi senza giudizio” J. Krishnamurti

lunedì 6 febbraio 2012

assoluta libertà di essere

Come vivere felici?  Basta poco per essere felici. 


(...) Invece di lottare, è davvero preferibile che tu elevi le tue vibrazioni, ricorrendo a tutto ciò che appartiene al campo della bellezza, della gratitudine e dell' amore.
Se le tue vibrazioni sono luminose, non rischi nulla.
Tutto ciò che è fatto di ombra ti attraverserà invano, senza mai toccarti.
Ed è su questo che dovrai fare leva. Questi esseri non sopportano la luce e non resisteranno a quella che emanerà da te. Sii dunque come il cristallo: la tua purezza sarà la tua sola protezione.
E non dimenticare che qualsiasi manifestazione oscura (forme pensiero, incidenti, malattia, malocchio) è solo creata dagli umani, lo specchio del loro pensiero, le concretizzazioni delle loro paure, dei loro veleni interiori. (...)
da:
Anne Givaudan
Incontro con gli Invisibili Custodi della Natura
Lo trovi su Macrolibrarsi.it

onora le aspirazioni del tuo Cuore                           
...e OSA!

sei l'unico freno alla tua felicità. ;) 


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