sabato 8 novembre 2014

alla voce "terapeuta certificato"

Diplomi... certificazioni…


Recentemente ho letto addirittura, nel curriculum di una operatrice olistica, “risvegliata certificata” dall’Istituto di un certo guru indiano, oltre che ovviamente terapeuta certificata e formatrice di insegnanti certificata della scuola del medesimo guru (a chi me lo chiede faccio i nomi del risvegliato e del certificante; in pubblico non mi sembra carino: contesto abitudini da vecchia era non singole persone)

Jung quando si è risvegliato si è fatto mettere un timbro dal suo amato maestro Freud? Tutt’altro! Ha iniziato a distinguersi e distanziarsi dal suo maestro. 
Si è svegliato a se stesso: ha iniziato ad essere se stesso.

Io se sono risvegliata non aspetto che qualcuno certifichi che ho aperto gli occhi. Inizio io a guardare la gente e me stessa con occhi nuovi. Esco da qualsiasi istituzione e autorità esterna che mi vuole obbediente al SUO sistema. Io ho il mio sistema. Non contesto e non disubbidisco: semplicemente non mi serve: ho il mio sistema.

Anzi, a dirla tutta, se qualcuno gentilmente si offrisse di garantire per me ufficialmente il sollevamento delle mie palpebre rifiuterei con gentilezza: mi sentirei umiliata. Io so che vedo. Gli altri intorno a me vedono che vedo.

Anzi, a dirla tutta, lo posso mettere in cv se fa bene alla salute del mio lavoro, ma non sono neanche tanto fiera di avere trascorso alcuni anni alla corte di qualche Sciamano o di qualche Scuola. Sono stati anni di studio appassionato e fruttifero ma di certo non sono le cose di cui vado più fiera in vita mia. Sono fiera dei libri che ho scritto, dei quadri che ho dipinto,e di come sono riuscita ad aiutare tante persone ad amare la vita.



Cosa serve una certificazione se ogni individuo è unico? 
Si certifica la mia unicità? Non ho bisogno di un giudice esterno a farlo. Guardatemi e ve la racconterò io in prima persona. Sentirete la vibrazione della mia voce, il calore delle mie parole. Sentirete quello che ho fatto e che faccio e vedrete cosa so fare. 
E se non fa per voi vi rivolgete altrove.

Non voglio illudere nessuno attraverso un documento che certifica il mio valore. Che ne sa una scuola del mio valore? Ne sai più tu che non mi hai mai visto ma che mi guardi e mi vedi o le persone che mi conoscono da tanti anni e possono testimoniare la mia affidabilità. 

Non voglio rintronarti riempiendoti le orecchie coi colpi di grancassa delle autorità istituzionali. Non sarò io a condizionarti. Sono qui per de-condizionarti e aiutarti a crescere. A condizionarti ci pensa già in ogni maniera la società in cui siamo immersi, ci prova con tutte le sue forze. Voglio che tu percepisca la mia autorevolezza, non che tu sia assordato dall’autorità delle istituzioni che garantiscono per me, voglio che tu sia libero di percepire la mia sincerità e la mia capacità.

Anzi, a dirla tutta, non voglio che nessuno garantisca per me. So badare a me stessa, grazie.


Alchimisti e Astrologi un tempo erano tali perché avevano superato esami scolastici? perché qualcuno garantiva per loro? 
No, erano unanimamente ritenuti astrologi ed alchimisti perché aiutavano le persone. Era questo che li rendeva rispettati e richiesti. 
Ed erano di gran lunga più magici di qualsiasi rappresentante istituzionale di magia.


Non fondo scuole e non dò certificati. Non servono più.
“Dalle loro opere li riconoscerete.” Diceva già qualcuno più di 2.000 anni fa.

Non voglio umiliare la capacità di giudizio di una persona dando per scontato che questa non sia in grado di giudicare, che per muoversi nella vita segua non ciò che lui ritiene giusto per sé, non ciò che dicono gli altri individui presi singolarmente, e nemmeno ciò che dicono le meggioranze (cosa di per sé paricolosissima ma si può sperimentare) ma che segua che cosa per lui certificano le Istituzioni.

Chiunque si arroga il diritto di distribuire certificati è una Istituzione, un gruppo di potere, una fabbrica di soldi, che ti mantiene alle sue direttive manipolandoti attraverso il tuo bisogno di apparenenza e la tua personale insicurezza circa il tuo proprio valore.


Silvia Pedri 06-11-2014

martedì 4 novembre 2014

Gatto in Scatola




Quando vidi un Giaguaro dentro una scatola (per sua volontà) capii che doveva esserci sotto qualcosa. 
Non sotto alla scatola. Dico proprio  sotto questo amore per le scatole che i felini mostrano di avere, soprattutto gatti, piccoli e grandi.

Il Giaguaro è, per tutte le tradizioni dove sia presente, animale sciamanico per eccellenza. 
Miti e leggende lo descrivono come gran viaggiatore tra i Mondi. 
Di fatto gli abitanti dell’Amazzonia riportano che è l’unico animale che assume Ayahuasca, la famosa Pianta Maestra visionaria. Riportano che, nonostante la sua dieta strettamente carnivora, ne sgranocchi i tronchi e poi, quando inizia a sentire l’effetto, faccia dei salti all’indietro, probabilmente manifestazione fisica del suo allontanamento da questa realtà, che peraltro padroneggia benissimo, con squisita nobiltà e ferocia. 

E se il Giaguaro non è animale sciocco, altrettanto misterioso, magnetico, magnifico e magico è il gatto, consigliere e alleato di maghi e streghe.

Insomma, se esseri di tale profondità amano visceralmente le scatole, dovremmo “think out of the box”, come dicono gli anglofoni, pensare fuori dagli schemi, e chiederci il perché!


Magari attraverso le nostre ipotesi ci avvicineremmo di qualche centesimo di millimetro alla loro magia.
Ecco la mia ipotesi.

È, dicevo, una questione di profondità. Sono animali profondi, come noi, e spesso anche molto più di noi. Suscitano meraviglia e curiosità e meritano attenzione.
Anche le scatole sono profonde. Oltre che lunghe e alte… Ecco, in questo caso, secondo me, le dimensioni contano. ;)
Per quanto riguarda le scatole, si tratta di 3 dimensioni, altezza, lunghezza e profondità.
Per quanto riguarda i felini… Credete che loro siano, come la maggioranza degli esseri umani, animali di 3 dimensioni, o, altrimenti detto, di terza dimensione? Vi sembra? Chiedetelo al vostro gatto, che cosa ne pensa. Io penso di no. 

Gatti “domestici” e gatti grandi e selvaggi sono tra gli animali più multidimensionali del creato terrestre.
Non oso azzardare un numero di dimensioni ma di certo, sono sicura, è un numero imbarazzante per ogni essere umano. 
Sono così selvatici e bizzarri, maestri e terapeuti, veggenti e guerrieri dell’astrale, proprio perché sono per loro natura “più di là che di qua”, abitanti multidimensionali di molti Mondi contemporanei e paralleli.
Eppure la maggior parte del loro tempo e della loro identità sembra che li spendano tra di noi, in questo nostro mondo 3D.
Sono venuti qui per noi, sono i nostri messaggeri celesti, protettori, guaritori, poeti, maestri di individualismo e di amore allo stesso tempo.  
Sembrano pazzi a volte, giocosi e bizzarri, magari perché stanno alleviando col senso dell’umorismo e la creatività più sfrenatamente “out of the box” il loro disagio, o la loro noia, di stare in un mondo consuetudinario e prevedibile. 


Ma è bene che si adattino, che accorcino i loro orizzonti, esattamente come li estendono, anche se accorciarli è più doloroso. 
È bene che facciano anche loro finta di essere “normali”, miopi e ottusi esseri 3D, amanti del cartone. 
È  bene che si contengano, insomma.
Dategli una scatola e loro ci metteranno dentro tutto il loro mondo, tutti i loro mondi.   
Dategli una scatola e li aiuterete.
La scatola è amore e odio, è utero terreno, calvario e liberazione, limitazione e definizione. 

La scatola è il Dio del Limite di questi esseri devoti all’Infinito. 
Dategli una scatola.


E se non la avete, per oggi, va bene anche una scatoletta. 






p.s. curioso che la protagonista del mio nuovo romanzo, iniziato a fine estate 2014, “Il Risveglio della Nuova Umanità” si chiami Pantherizia.