lunedì 5 maggio 2014

I sei strumenti, materiali e spirituali, che un Cavaliere deve avere per Vincere



“I sei strumenti, materiali e spirituali, che un Cavaliere deve avere per Vincere”

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Questo non è un post per tutti. 

È solo per cavalieri o aspiranti tali.

Cavaliere è un essere umano di cuore. Ha a cuore alcuni obiettivi e li rispetta e li onora.

Non è necessario che conosca le sue mete: può avere anche a cuore la ricerca di sé, della conoscenza o della libertà o della felicità. Ognuno sa quello che gli sta a cuore, generico o specifico che sia.
E se non lo sa ancora, del suo cuore ascolti i battiti.

Questo post è un “memorandum”, una “lista della spesa” degli strumenti necessari al cavaliere per vincere.

Non è fantasy. È realtà quotidiana. 
Per i cavalieri. 




“I sei strumenti, materiali e spirituali, che un Cavaliere deve avere per Vincere”




1) Il cavaliere ha bisogno di una investitura. Questa gli darà i valori e le mete. 
L’investitura rende il cammino sacro e retto.  

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    Ci sono tre tipi di investitura: investitura per mano femminile, per mano maschile e per mano propria. 
    A me piace molto l’investitura per mano di donna. Il Femminile è lo Spirito: mi sembra che il proprio femminile interiore sia la guida migliore per sentire dove si vuole andare, per cosa vale la pena di combattere. Il Maschile è una guida patriarcale che tende a mantenere lo status quo e a rappresentare più le ragioni sociali che personali, più il dovere che l’autentico volere. Infine c’è il Napoleon-style. Si dice che durante la cerimonia di incoronazione a imperatore Napoleone prese la corona dalle mani dell’officiante e se la pose lui stesso sul capo. Tanta audacia, qualcuno direbbe sfrontatezza, non è eccessiva. Ma la consiglio solo a coloro il cui sé integra perfettamente Maschile e Femminile per cui qualsiasi cosa fanno mossi dal proprio sé non sbagliano.




2)      Passiamo ora agli strumenti concreti, materiali, che devono essere in dotazione di ogni cavaliere.
Non c’è cavaliere senza spada. La spada serve per fendere la nebbia e l’oscurità; per trapassare demoni e draghi ed estrarne pietre preziose e sangue magico (tutti coloro che ne hanno fatto esperienza testimoniano che il sangue del drago rende immortali); la spada serve per riflettere la luce; per separare, con un solo fendente, il vero dal falso. Insomma è un indispensabile strumento di chirurgia interiore. Le nebbie e le oscurità che ci impediscono di vedere e di agire sono in noi e i demoni sono quelli che noi stessi ospitiamo e che troviamo periodicamente lungo il cammino. La spada intercetta ogni abbaglio di sole per portare luce ed energia alla nostra direzione e limpidezza alla nostra visione, che sia la visione di noi stessi che lei stessa riflette quando la guardiamo o che sia la capacità di discernimento tra bene e male, tra utile e inutile, tra legame di amore e legame di attaccamento. 

3)      Non esiste cavaliere senza scudo. Il cavaliere, pieno di fragilità e demoni interiori, si accorge ben presto di quanti famelici demoni esteriori aspettano solo di fare a brandelli le sue carni e umiliare le sue aspirazioni.
Che siano attirati, come i pirana dal sangue, dalle sue ferite aperte, questo è un fatto. Ma è un fatto anche che gli attacchi sono reali e, fuor di metafora, fanno male.
Capita a tutti i cavalieri, in tutte le storie. Il cavaliere non può essere senza ferite, senza macchia e senza paura. Altrimenti non sarebbe un cavaliere, sarebbe un Re o un Mago. Il destino quindi sarà generoso nell’infierire su di lui, per il suo bene; non si tratterrà dal battere colpi sul dente che duole e dargli ostacoli e dolori. Il cavaliere deve esercitarsi a prevenire e parare i colpi. 
-- Innanzi tutto deve premurarsi di stare bene, in salute, in equilibrio. Un corpo stanco e acciaccato si accompagna a un’aura aperta a ogni sorta di pensiero ed emozione negativi, frutto e seme di ogni degenerazione. Un’aura fessurata, o con punti di bassa vibrazione, inoltre, lascia entrare, nella migliore delle ipotesi, sporcizie e parassiti eterici infestanti.
-- In secondo luogo, deve premunirsi di scudo. Come tutte le cose veramente importanti, lo scudo non si compra e non si vende. Si produce dentro di sé. Come l’abilità di usare la spada e la qualità della medesima, lo scudo è una particolare conformazione dell’aura. Suo compito è parare gli attacchi e rimbalzarli al mittente. Gli attacchi sono quelle cose stupidissime e fastidiosissime che provengono da invidie e gelosie e producono, secondo le più accorate intenzioni, spiacevoli sfighe. Si eserciti il cavaliere: per tutta la vita susciterà questo genere di reazioni, per quello che è se non per quello che ha. 
Dal momento che sulla costruzione della spada ho già dedicato alcuni post (per lo meno tutti i miei post primaverili, precedenti a questo), i prossimi post spiegheranno nel dettaglio come procacciarsi un’armatura su misura. 

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4)      Siamo abituati a immaginare un cavaliere in groppa a un cavallo. Non sempre è così. il suo destriero può essere un Drago. O un leone, o una tigre, o un toro. 
 Il cavallo è più fotogenico e in genere lo si preferisce. Ma avere un animale con sé è importante. Cavalcare un animale significa due cose. 1) Che prima lo hai domato. 2) Che ora hai i suoi poteri. 

Gli animali rappresentano forze primordiali, selvagge, troppo potenti per non essere spaventose per quella creatura imberbe che è l’essere umano. Sono pulsioni che vanno assorbite, assimilate, canalizzate e utilizzate a proprio piacimento. Sublimare in fondo non è altro che integrare in armonia. 
Se cavalchi la belva amica della tua anima, la sua esuberanza sarà solo carburante per il tuo cammino, non avrà alcun potere destabilizzante, anzi ti avrà reso immune da fiere simili. 

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 Gli animali hanno poteri specifici che l’essere umano civilizzato in gran parte ha perso. Per questo ricevono tanti iscritti le “ricerche dell’animale di potere”, perché ce n’è bisogno. L’essere umano di oggi ha, come parte della propria corporeità e persona, appendici tecnologiche, spiriti moderni giovani deboli e inutili che sottraggono invece di aggiungere potere ed energia (distraendo continuamente l’attenzione e logorando l’aura con onde elettro-magnetiche).  L’essere umano contemporaneo non ha più memoria, non ha più senso dell’orientamento… il suo amico tecnologico lavora per lui e gli sottrae poteri ancestrali che fino a poco tempo fa padroneggiava.
Chi, ad esempio, ha un leone, in spirito, vicino a sé, ha tutt’altri vantaggi! Accede meno spesso a facebook, ma tutti i suoi rapporti sono più autentici, caldi e arricchenti. Lui è così. E crea una simile realtà intorno a sé e tutti se ne giovano insieme a lui. E inoltre, come il suo amico Leo, costui sa combattere. Sa distruggere con ferocia, ma anche consacrare il suo cuore con devozione e assolutezza. 
Ogni animale ha talenti e poteri particolari da offrirci e la loro alleanza è inestimabile, ma tutti hanno in comune una dote, tragicamente latitante nell’uomo contemporaneo: il fiuto. Il cavaliere ha sempre un animale con sé. Lo ha domato, la sua forza pura è docile al suo servizio. Eppure è il suo fiuto a fargli da guida, passo dopo passo. 


5)      Il cavaliere ha amore e onore, spietatezza e pazienza, coraggio e paura. Questi strumenti sono poco visibili, meno dello scudo, della spada e del cavallo, ma fanno la differenza, prprio come gli altri.

Amore” e “Onore” in molte lingue neolatine suonano simili e personalmente li trovo affini. Non c’è fine che meriti l’attenzione del cavaliere che che non sia luminoso, che non porti luce benessere e benedizione, che non sia, insomma, nel nome dell’amore. Non c’è fine che giustifichi mezzi che non rispettano le leggi dell’amore, dell’empatia, del massimo bene proprio e comune. Non c’è Via che non meriti di essere percorsa con onore.
Le leggi etiche non sono le leggi morali. “Mores”, in latino, sono le abitudini, i modi di fare comuni, frequenti, normali, quello che fanno tutti. “Gli altri dicono che”, “lo stato dice che”, “la chiesa dice che”… Il cavaliere ha un solo Capo sopra la sua testa, al di sopra del suo capo su cui si posò la spada dell’iniziazione: se stesso: i suoi valori, le sue mete, il femminile interiore o esteriore a cui si è consacrato, la Mission, la sua Anima, la sua Via. Si muoverà accorto e furbo come un gatto, ma a questi valori resterà fedele, perché sono tutto ciò che ha, fino alla morte e a costo della morte.
Le leggi etiche rendono le azioni belle e la vita semplice, priva di dubbi e di contorte strategie, fluida, essenziale, efficace e a bassissimo costo energetico.
Prego che nascano sempre più persone antiche, portatrici di onore e dignità, così che, vedendole e osservandole, noi tutti possiamo imparare il significato di queste parole e reintegrarle nel nostro vocabolario.

La parola “spietatezza” si potrebbe tradurre in pratica con l’essere immune a ricatti “morali” appunto, minacce, condizionamenti. Il cavaliere va per la sua strada con onore e amore ad ogni passo ma non ha pietà per chi non ne merita. Non presta orecchio alle sirene di Ulisse, non si lascia circuire, lusingare, comprare, non si lascia commuovere da falsi pietismi.
Dice e fa sì quando è sì e no quando è no. Fare la cosa giusta, in ogni momento, prevede fiuto, coraggio, onore e spietatezza.      

Il cavaliere ha paura. È in viaggio. Non sa dove lo porterà il passo successivo, anche se ha chiara la meta e il suo cuore è la sua bussola. Non sa se troverà un serpente o una buca o un crepaccio. Non può saperlo. Nel qui e ora presente, ha solo il suo fiuto ad aiutarlo. Improvviserà. 
Imparerà. La paura, a volte, è una benedizione: acuisce i sensi, mantiene all’erta, ricettivi. Il cavaliere non sa come fare per arrivare alla sua meta. Se conoscesse la sua meta (come funziona, cosa richiede, cosa comporta) allora sarebbe già lì, alla sua meta. E invece è in viaggio. 
Diciamocelo: il cavaliere ha paura della sua meta. È totalmente impreparato alla sua meta. Per non dire che la sua meta rappresenterà per lui un nuovo inizio e gli cambierà la vita e il solo pensiero gli toglie il respiro. Pensare non gli è utile. Invece una cosa importante e fondamentale la sa: la sua meta è nel suo cuore. È la direzione della sua bussola. Attraverso lande desertiche, dolori, soddisfazioni, rischi e fatiche, ci arriverà. 
E quando vi sarà arrivato, improvviserà, con tutto il suo cuore, la sua trasparenza di uomo autentico, la sua attenzione e devozione.
Quando il viaggio gli avrà dato sufficienti lezioni, che lui avrà, con coraggio e umiltà, fronteggiato e accolto, lui sarà la sua meta. Allora e solo allora non ci sarà più distanza tra lui e la sua meta e il viaggio sarà alle spalle (e si apriranno nuove strade).

Il coraggio è la forza di procedere e affonda le sue radici nella fedeltà al proprio cuore.
La paura è un istinto. Tutti gli animali la provano. Il cavaliere la sente, come ogni animale, nelle sue viscere. La ascolta. Non tutte le paure sono uguali. A volte sono segnali che non è quella la strada giusta. A volte sono segnali che la strada è quella. Il cavaliere è superiore alle sue paure. 
Come cavalca i suoi istinti, così cavalca le sue paure. Da ogni sfida trae tesori.

Il cavaliere ha pazienza. Non importa quanto lungo sia il viaggio.  Finché la meta è nel suo cuore e il suo cuore pulsa, lui onorerà la sua meta.

6)     --- Il cavaliere è solo. Solo nelle sue decisioni e solo nel suo coraggio. Lui è la partenza, lui è l’arrivo, lui è la forza spirituale che fa muovere i muscoli nel mezzo. La visione e l’azione. Questo spetta a lui e solo a lui.
-- Il cavaliere è autonomo ma non è davvero solo. In ogni storia, ha alleati, spirituali e materiali. Il cavaliere, col suo fiuto il suo onore e la sua spietatezza a guidarlo, dovrà scegliere gli alleati giusti, i migliori, quelli degni di accompagnarlo lungo la sua Via. Questo spetta a lui e solo a lui, è sua responsabilità.
Ma il cavaliere deve ricordare che è molto amato. È amato dalle persone che lo riconoscono e lo apprezzano, dai suoi simili. È amato da persone di valore e anche da Spiriti elevati di vario tipo che altrettanto lo stimano e tifano per lui. Di più, è concretamente aiutato e sostenuto da spiriti e persone. Perché la missione di una persona di valore salva mille vite e cambia la faccia della Terra. 
Tutti siamo collegati e la luce di uno solo illumina mille e mille ancora, a seconda dell’intensità della luce e della velocità di propagazione. Il Cielo tifa per la realizzazione dei sogni. Anzi, nel Cielo sono tracciati, e già realizzati, i sogni degli uomini. Dio lo vuole. 
Se l’uomo si presta, tutte le strade si apriranno. Se l’uomo si presta, il Cielo si accorge del suo valore e gli dà sempre nuovi sogni e sfide, e ostacoli e aiuti per realizzarli.
-- Il cavaliere non è solo. Il Cielo costella la sua strada di alleati, persone che imparano da lui e che al contempo gli offrono quello che a lui manca.
In onore al suo onore alla sua dignità alla sua bellezza, gli offrono tutto quello che possono, e tutto il sostegno e l’amore che un Cavaliere merita.




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che tipo di sfida significa per il cavaliere "la spada nela roccia"??
non voglio prenderti troppo tempo... 
ne parleremo nei prossimi post!  




“Prego che nascano sempre più persone antiche, portatrici di ONORE  e DIGNITA’, così che, vedendole e osservandole, noi tutti possiamo imparare il significato di queste parole e reintegrarle nel nostro vocabolario.”

forse sempre di più ne nasceranno… ;)
“I Bambini Cristallo” nuovo saggio di Paola Giovetti.






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6 commenti:

  1. questa donna, mia amica, è uno dei miei modelli!
    copio un suo messaggio privato che mi mandato oggi:

    Un'articolo davvero interessante.L'ho letto con piacere perchè mi ha ricordato un episodio.
    Marito ha due spade, una katana jap che gli ho regalato per il 5° anniversario di matrimonio (non è affilata, diversamente non potrei mai tenerla in casa!) e una spada indonesiana, portata da un viaggiatore abituale di quel paese che ha, fra l'altro, una storia affascinante (anche questa è "ornamentale", non da considerarsi uno strumento di offesa.Faceva parte crediamo di un costume teatrale molto raffinato, usato per le cerimonie solenni).Insomma, un bel giorno Figlio (aveva circa 5 anni) mi chiede del perchè le avevamo e a cosa servivano.Ora, non chiedermi perchè (giuro che non avevo bevuto!:D )gli ho raccontato una "favola" su come erano arrivate le spade e come siano state loro a "farsi trovare.." dal cavaliere che hanno scelto.
    Gli rispondo che sono del papà, e che le ha perchè è un cavaliere, un vero cavaliere.Che le ha conquistate con le prove della vita, cercando e scegliendo le cose giuste,perchè ha scelto di amare e difendere le cose e le persone che ama.Così facendo pian piano si è conquistato la spada.Mi ha ascoltato estasiato e felice.Non nego che avevo appena finito di leggere "Il manuale del guerriero della Luce" di Paulo Coelho, quindi mi sentivo ispirata!:-)
    Un cavaliere per me è, in questo caso, un uomo che sa quando e cosa conquistare, perchè ama costruire.Il Papà-cavaliere che gli ho descritto insomma lo conquista e ad ogni persona che entra a casa dice "mia mamma fa le pappe (^_^) e mio papà è un cavaliere, ma di quelli veri!

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  2. Silvia, solo un enorme Grazie!!! Ho incrociato per caso il tuo blog e mi sento i brividi addosso...risuona fin nel profondo dell'Anima!
    Un abbraccio!
    Valeria.

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    Risposte
    1. magnifico! gli Spiriti che muovono il mio cuore e la mia mano sono contenti. :)) grazie mille Valeria per il feedback.

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  3. grazie.... mi sta aiutando molto a capire, ne farò tesoro e tornerò spesso a trovarti.... ho tante domande

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